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La Storia

Pozzuoli (Pëzzulë /pət’tsulə/ in napoletano, localmente /pət’tsəulə/; Puteoli in latino) è un comune italiano di 80 296 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.

Fa parte dell’area urbana di Napoli, risultando strettamente conurbato con la città capoluogo. È il sesto comune non capoluogo di provincia più popoloso d’Italia, dopo il vicino comune di Giugliano in Campania (Napoli), Guidonia Montecelio (Roma), Torre del Greco (Napoli), Busto Arsizio (Varese) e Marsala (Trapani).

Situata sull’omonimo golfo, Pozzuoli si trova in un’area vulcanica, i Campi Flegrei (cioè campi ardenti), una grande caldera attiva in stato di quiescenza.

Gran parte del territorio è collinare, comprendendo diversi crateri di origine vulcanica, tra cui uno dei più noti è quello della Solfatara, formatosi circa 4000 anni fa’. Altri crateri vulcanici sono gli Astroni, Monte Nuovo (formatosi durante l’ultima eruzione dei Campi Flegrei, nel 1538) e quello che ospita il lago d’Averno. Da questa zona il suolo scende abbastanza ripidamente verso sud (golfo di Pozzuoli), mentre più graduale è la discesa verso ovest, ove insiste un’area pianeggiante presso il litorale domitio.

Un fenomeno geofisico tipico di questa città e dell’intera area dei Campi Flegrei è il bradisismo, ossia il sollevamento e l’abbassamento della superficie terrestre a seguito di variazioni di pressione sotterranea legate ad attività magmatico-idrotermale. Il rapido innalzamento del livello del suolo che coinvolse negli anni ottanta l’area Flegrea, rese necessario il riposizionamento del porto di Pozzuoli di circa 50 metri più avanti rispetto alla collocazione precedente.

Storia

Dicearchia

Nel 531 a.C. approdarono presso le coste puteolane alcuni profughi di Samo, sfuggiti alla tirannide di Policrate e fondarono, con il consenso di Cuma, la città di Dicearchia cioè del giusto governo. Fino ad oggi di Dicearchia esiste solo una fonte scritta e pervenuta fino a noi, ma della presunta città non è stata rinvenuta una sola pietra.

Non sappiamo, però, se lo sbarco dei Sami avvenne per caso o secondo un piano prestabilito. Charles Dubois, uno dei più illustri studiosi della storia antica di Pozzuoli, avanza un’ipotesi che, per la sua fondatezza, merita di essere presa in considerazione. I contatti tra i Sami ed i Cumani che erano originari di Calcide, furono verosimilmente facilitati dal ricordo delle vecchie tradizioni di amicizia che esistevano tra Samo e Calcide. Quest’amicizia che il Pais rileva a tal proposito, s’era manifestata durante la lotta che mise alle prese le città euboiche di Eretria e di Calcide nella seconda metà del VII secolo, lotta provocata dalla rivalità delle due città in relazione ai loro rapporti commerciali in Oriente ed in Occidente. In questa guerra che ebbe carattere internazionale o interellenico, i Sami si posero accanto a Calcide. L’amicizia dei Sami, dei Calcidesi e delle colonie euboiche dell’Italia e della Sicilia, ebbe certamente peso sulla fusione che si operò tra le genti di Cuma ed i fuggiaschi di Samo.

Dicearchia visse alle dipendenze di Cuma e, pertanto, difese con essa l’ellenismo della Campania, prima contro gli etruschi e poi contro i sanniti.

Puteoli

L’occupazione romana della Campania, avvenuta nel 338 a.C., segnò la romanizzazione della città greco-sannitica. Il suo nuovo nome latino di Puteoli che significa piccoli pozzi, forse a causa delle numerose sorgenti di acque termo-minerali che vi si trovano, ne è la prova. Roma, che durante la seconda guerra punica (218-201 a.C.) aveva sperimentato l’importanza strategica del porto di Puteoli, vi dedusse, nel 195 a.C. una colonia marittima.

La conquista romana dell’Oriente e l’esigenza di avere uno scalo aperto ai traffici con esso, fecero di Puteoli il porto mediterraneo di Roma. Le possibilità che offriva il retroterra campano di scambio di prodotti agricoli e industriali con le mercanzie d’oltremare e speciali tariffe doganali scrive Amedeo Maiuri assicurarono al porto puteolano un regime di preferenza rispetto a quello di Napoli e di concorrenza al porto di Delo. Una moltitudine varia e poliglotta, vi affollava il quartiere del suo emporio marittimo, vi stabiliva aziende(stationes) di commercio e di trasporto; vi formava corporazioni professionali di arti e mestieri e associazioni religiose professanti i culti della loro patria d’origine e della loro fede; Greci delle isole e della costa d’Asia, Tiri ed Eliopolitani, Ebrei e Cristiani con la loro prima comunità, legata al ricordo dello sbarco dell’Apostolo Paolo nel febbraio dell’anno 61.

Nabatei ed Etiopi le dettero presto il carattere, il colore, il costume di un porto greco-orientale, sicché Lucilio poteva chiamarla fin dal 126 a.C. Delus minor e Stazio all’età di Domiziano, litora mundi hospita.

Dopo un lungo e non sempre tranquillo periodo di vita municipale diede a Puteoli il carattere ed il titolo di colonia; altrettanto fece Vespasiano (69-79 d.C.) che le assegnò anche una parte dell’agro capuano per premiarla di essere stata dalla sua parte nella lotta contro Vitellio.

Con la sistemazione del porto d’Ostia, iniziato da Claudio nel 42 d.C. , terminato da Nerone nel 54 d.C. ed ampliato da Traiano fra gli anni 100 e 106 d.C., la fortuna di Puteoli cominciò a declinare lentamente, sebbene il suo porto svolgesse ancora, al tempo di Antonino Pio (138-161 d.C.) che nel 139 d.C. ne riparò il molo dissestato da una mareggiata, il ruolo di scalo principale della Campania. Con il tempo anche questa funzione andò scemando sino a scomparire del tutto alla fine del IV secolo.

Il progressivo sprofondamento del litorale puteolano, causato dal bradisismo, costrinse gli abitanti a lasciare, verso la fine del V secolo o agli inizi del VI secolo, la parte bassa e i quartieri portuali della città e a stabilirsi sull’altura che un tempo fu, quasi certamente l’acropoli di Dicearchia. Questa fu cinta di mura e diventò, così, il castro puteolano ossia il centro fortificato per difendere la popolazione dalle incursioni nemiche.